Non esiste una definizione precisa di lesione trofica o più semplicemente ulcera. In genere, è intesa come una lesione, con un diametro maggiore di 2,5 mm, di forma rotondeggiante od ovalare, che non guarisce e non progredisce attraverso le fasi della guarigione: infiammazione, proliferazione, rimodellamento.
L’ulcera è un sintomo di una malattia che causa il rallentamento di cicatrizzazione, pertanto non è una malattia. È necessario, quindi, trattare la malattia per guarire la lesione cutanea ed effettuare anche una prevenzione. Dal punto di vista eziopatogenetico, ad esempio, l’insufficienza venosa cronica è la causa principale di un’ulcera alla gamba e, a sua volta, è causata da un’incontinenza valvolare del sistema superficiale, delle perforanti e/o del sistema profondo.

Le lesioni trofiche sono debilitanti, dolorose, riducono la qualità della vita del paziente e rappresentano una patologia ad elevato significato sociale, sia in termini di spesa pubblica e assistenziale che di perdita di giornate lavorative. Nonostante siano di consueto riscontro nella pratica clinica, l’estensione del problema è relativamente poco conosciuta per la mancanza di studi epidemiologici su vasta scala. La preponderanza nei Paesi occidentali è destinata ad aumentare in relazione all’allungamento della vita media, poiché tale patologia è più frequente in età geriatrica: in particolare, varia tra lo 0,3% a 60 anni e l’1% a 65, fino a raggiungere il 5% a 90 anni. L’incidenza è nettamente più elevata nel sesso femminile, con un rapporto di 3 a 1. Un altro dato significativo è dato dalla tendenza alla recidiva: il 67% delle ulcere sono recidivanti e spesso tendono a recidivare entro i 5-10 anni.
Questo dato mette in risalto il carattere sociale del problema ed è reso ancora più significativo dalla limitata tendenza alla guarigione: il 20% delle ulcere cutanee sono ancora aperte dopo 2 anni e l’8% non risultano guarite dopo 5 anni. In Italia le ulcere interessano da 1 a 3 milioni di persone, che corrisponde circa allo 0,04% della popolazione globale, con un’incidenza crescente nella popolazione anziana. Le ulcere croniche agli arti inferiori hanno ancora un’incidenza elevata senza avere una
tendenza alla diminuzione.

ULCERE VENOSE
L’ulcera venosa è una lesione della cute, di comune riscontro negli arti inferiori, causata da un danno al sistema venoso profondo o superficiale, che porta a ipertensione venosa. Si pensa che alla base della formazione di un’ulcera venosa ci sia l’ipertensione venosa, causata dal reflusso di sangue dal sistema venoso profondo verso quello superficiale.
Ciò avviene essenzialmente per 3 motivi:

  • disfunzione valvolare o reflusso a livello delle vene profonde, perforanti o superficiali, delle singole vene o in combinazione tra loro;
  • ostruzione parziale o totale delle vene (come nel caso della trombosi venosa profonda);
  • deficit di pompa muscolare del polpaccio, riduzione dell’attività fisica, paralisi, riduzione della motilità della caviglia dovuta a malformazioni

ULCERE ARTERIOSE
Le ulcere arteriose si verificano a seguito di una riduzione del flusso di sangue arterioso e la successiva diminuzione della perfusione tissutale. La malattia vascolare periferica, a causa di aterosclerosi, diabete, malattia micro vascolare o macro-vascolare, e/o vasculite, potrebbe portare ad una ischemia della
gamba con conseguente ulcerazione; infatti, una riduzione dell’apporto di sangue causa la morte del tessuto nella zona alimentata dall’arteria interessata.

ULCERE MISTE

Le ulcere miste sono lesioni in cui la patologia venosa e quella arteriosa partecipano alla genesi della lesione vascolare; sono più frequenti di quanto si possa ipotizzare e possono presentarsi sotto due aspetti:

  • Lesioni che presentano sede tipica come da forma arteriosa (margine esterno, dita, dorso del piede), associate a pigmentazione peri-lesionale, ectasie venose e dermoipodermite;
  • Lesioni a sede perimalleolare mediale, con fondo fibrinoso, edema, iperpigmentazione con dolore intenso, che si accentua con la sopraelevazione dell’arto.

TRATTAMENTO DELLE ULCERE UTILIZZANDO ManutechBH E BabytechBH

Di seguito una parte della di Tesi di Laurea del 2108 che aveva come obiettivo analizzare gli effetti delle microcorrenti sulle lesioni trofiche in aggiunta al trattamento medico-infermieristico. In particolare è stato studiato l’impatto sui tempi di guarigione della ferita, l’impatto sul dolore e lo stato della cute. I pazienti sono stati selezionati e trattati all’interno degli ambulatori di vulnologia dell’Ospedale Clinicizzato “SS. Annunziata” di Chieti e sono stati formati sull’uso e la cura del dispositivo BabyTechBH fornito per il trattamento domiciliare. Sono stati invitati ad eseguirlo tre volte al giorno a casa, tra una visita e l’altra per il cambio della medicazione. Alla valutazione di base (settimana zero) durante il processo di arruolamento, sono stati incrementati i dati dei pazienti per documentare la demografia, la storia medica e i dati relativi alle ferite, tra cui eziologia, storia, posizione, frequenza di assunzione di farmaci e dimensioni delle ferite.

Sono stati usati due diversi dispositivi:

  • ManutechBH, dispositivo operatore-dipendente, in quanto la terapia viene erogata dal fisioterapista tramite speciali guanti conduttivi, andando a stimolare il sistema veno-linfatico superficiale e profondo, eseguito 1 volta con cadenza settimanale per 3 mesi, all’interno dell’ambulatorio.
  • BabytechBHdispositivo per uso domiciliare, la terapia viene erogata dal dispositivo tramite speciali indumenti conduttivi. L’indumento veniva tra la medicazione avanzata e il bendaggio elastocompressivo. Il trattamento veniva erogato a cadenza giornaliera per 3 volte al giorno, tutti i giorni, per 3 mesi e avere il risultato della continuità terapeutica:
    • Mattina: programma “Biostimolazione”,
    • Pomeriggio: programma “Microangiogenesi”,
    • Sera: programma “Drenante”.

Gli obiettivi dello studio sono stati spiegati in dettaglio al paziente ed è stato ottenuto il consenso informato e il permesso di utilizzare le fotografie della ferita e i dettagli del caso per la ricerca. Ai partecipanti è stato consigliato di non sottoporsi ad altre terapie di stimolazione elettrica per la durata dello studio.

STRUMENTI DI VERIFICA

Per la verifica dell’estensione della ferita e il suo progresso clinico sono state usate le immagini raccolte durante il trattamento dei pazienti. Per la valutazione del dolore è stata usata la scala unidimensionale NRS somministrata prima e dopo ogni trattamento con cadenza settimanale

CASI CLINICI

Il campione esaminato è costituito da 4 casi clinici, in accordo con il medico vulnologo. I pazienti, fino a prima dell’inizio del trattamento, erano stati trattati con i classici protocolli “wond care” presso l‘ambulatorio vulnologico e non avevano avuto apprezzabili miglioramenti in termini di dolore ed estensione della ferita.

CASO CLINICO 1.

Donna 48 anni, ulcera cutanea pioderma gangrenoso, con coinvolgimento ella gamba sinistra, in via di espansione. Affetta da retto-colite ulcerosa. Ultimi 4 mesi di terapie inefficaci.

02.02.2017

17.05.2017

Inizio e fine trattamento caso clinico 1

Dopo un trattamento di 3 mesi si può notare la completa riepitelizzazione della lesione.

Valori NRS

CASO1123456789101112
PRE-TRATTAMENTO885620000000
POST-TRATTAMENTO553300000000

CASO CLINICO 2.

Donna di 75 anni, affetta da artrite psoriasica, ulcera sul terzo medio distale della gamba destra causata da trauma diretto. Da 7 mesi in cura presso l’ambulatorio.

13.06.2017                                                                                   30.08.2017

Inizio e fine trattamento caso clinico 2

Dopo un trattamento di 2 mesi si può notare la riepitelizzazione completa della lesione

Valori NRS

CASO2123456789101112
PRE-TRATTAMENTO665642000000
POST-TRATTAMENTO222210000000

Caso clinico 3.

Donna di 61 anni affetta da sclerodermia, ulcera malleolare mediale gamba destra in cura da 1 anno presso l’ambulatorio.

27.07.2017                                                                                        18.10.2017

Inizio e fine trattamento caso clinico 3

Dopo 3 mesi di trattamento si può notare una parziale chiusura.

Valori NRS

CASO 3123456789101112
PRE-TRATTAMENTO441222222200
POST-TRATTAMENTO21  0000000000

CASO CLINICO 4

Donna di 75 anni, affetta da insufficiente venosa, ulcera malleolare mediale. In cura da 5 mesi presso l’ambulatori.

21.07.2017                                                                                           21.09.2017

Inizio e fine trattamento caso clinico 4

Dopo un trattamento di 2 mesi si può notare solo un miglioramento della cute perilesionale

Valori NRS

CASO 4123456789101112
PRE-TRATTAMENTO442000000000
POST-TRATTAMENTO00  0000000000

CONSIDERAZIONI FINALI

Le microcorrenti come terapia aggiuntiva hanno accelerato la guarigione delle ferite croniche. Si è dimostrata efficace innanzitutto per abbattere il dolore e in secondo esamine, l’area della lesione si è ridotta. I pazienti hanno avuto un aumento di perfusione, così come una migliore colorazione della pelle dovuta all’effetto della vasodilatazione dei vasi. C’è stata anche una riduzione dei sintomi infiammatori, come il gonfiore dell’arto trattato e l’essudato. I pazienti hanno riferito di sentire la loro gamba “più leggera”, con conseguente miglioramento della loro andatura. Al pari della durata del trattamento classico, il trattamento sperimentale ha rilevato un forte impatto sullo stimolo doloroso che affliggeva i pazienti ormai da mesi. Il trend negativo del dolore è stato invertito per tutti e 4 i casi presi in esame, portando all’abbattimento totale del dolore già dalla terza/quarta settimana. Il trattamento classico è risultato parzialmente efficace per il contenimento del progredire della lesione, ma inefficace sul dolore. Già dopo il primo trattamento con ManutechBH e integrando con la continuità terapeutica con BabyTechBH, tutti i pazienti percepivano una netta diminuzione dello stimolo nocicettivo, che dopo 2/3 settimane è stato azzerato. Il potenziale del trattamento delle lesioni trofiche con le microcorrenti è molto alto. Possono aiutare a correggere una disfunzione fisiologica di fondo come anche a ridurre altri sintomi. Alla luce dei risultati si può affermare che l ‘utilizzo delle microcorrenti, di un fisioterapista opportunamente formato, nella gestione delle lesioni trofiche, in sinergia con il medico specialista e infermiere professionale, ha sicuramente una notevole efficacia sul dolore e, conseguentemente, sull’impatto della ferita nella quotidianità del paziente.

Andamento scala NSR prima e dopo il trattamento

61

 T0 pre sed1T1 post sed.1T2 fine ciclo
Caso 1850
Caso 2620
Caso 3510
Caso4400

Variazioni scala NRS pre trattamento e post trattamento e fine ciclo

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